Che cosa c’entra il work-life-balance con le scarpe? Solo apparentemente niente, visto che Assocalzaturifici e il Miur hanno scelto proprio questa inedita combinazione come tema da proporre agli studenti degli istituti “di ogni ordine e grado”, come si dice (dalle scuole dell’obbligo alle agenzie di formazione del settore, come la romagnola Cercal) per l’edizione 2014 del loro concorso annuale.
L’hanno chiamata “flessibilità creativa” e, da come suona, l’intenzione non era fare un complimento. La modulazione dell’orario dei 750 dipendenti delle trendyissime gelaterie Grom, che prevede la ”sosta meteorologica” dal lavoro nelle giornate di maltempo – largamente maggioritarie in questa estate anomala, rigida quindi catastrofica per gli incassi di tutti gli articoli legati alla stagione, coni inclusi – é in realtà l’interpretazione originale e inedita, perchè legata al meteo e alla redistribuzione dell’orario base, di un istituto antico e collaudato, attuato qui in applicazione di un accordo siglato l’anno scorso da azienda e rappresentanze sindacali.
E’ capo del dipartimento Statistiche sociali e ambientali dell’ISTAT e ora anche del dipartimento per i Censimenti e gli archivi amministrativi e statistici: unica donna ai vertici dell’Istituto.Linda Laura Sabbadini, classe 1956, dice di adorare il suo lavoro, e nel 2006 è stata scelta dall’allora capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, per essere insignita – era l’8 marzo – dell’onorificenza di commendatore della Repubblica in virtù del ruolo particolarmente innovativo svolto nel campo delle statistiche sociali e di genere. Fa parte di gruppi di alto livello e di centri di eccellenza dell’Onu e della Commissione europea. Nonostante tutti i suoi incarichi, la Sabbadini non ha mai smesso di occuparsi anche di condizioni e qualità della vita delle donne.
Mille asili in mille giorni. L’annuncio fatto ieri dal presidente del Consiglio Matteo Renzi è di quelli che – se alle parole seguiranno i fatti – meritano un brindisi. Nel nostro paese una donna su tre lascia il lavoro dopo la maternità. Una delle cause più vistose di questa patologia tutta italiana è proprio la penuria di nidi.
Il 2014 avrebbe dovuto essere l’Anno europeo della conciliazione tra vita professionale e vita famigliare. Così, almeno, nelle intenzioni del Parlamento Europeo che (Dichiarazione scritta n. 32 – Febbraio 2013) ribadisce come l’equilibrio tra lavoro e famiglia sia, non solo una questione di pari opportunità di genere, ma una questione più generale di sviluppo della società. Come testimonial dell’Anno era stato scelto il pinguino, quale esempio migliore di condivisione del lavoro di cura della prole e della Comunità di appartenenza. Come noto, vuoi per la crisi, vuoi per la concomitanza con le elezioni europee o, ancora, per il passaggio ad una nuova programmazione comunitaria, la volontà del Parlamento non ha avuto seguito.
Il segnale, ovviamente, non è incoraggiante. Soprattutto perchè giunge dall’Europa che ha sempre mostrato grande sensibilità su questi temi. Se le politiche a sostegno dell’occupazione femminile, per la valorizzazione del loro lavoro e, in generale, per le pari opportunità di genere hanno avuto un qualche successo in Italia, questo è senz’altro merito dell’impulso e delle consistenti risorse comunitarie messe a disposizione.
L’incentivo consiste nella riduzione per il datore di lavoro del 50% dei contributia suo carico per le assunzioni di donne effettuate, a decorrere dal 1° gennaio 2013.
Se effettuate con contratto di lavoro dipendente, a tempo determinato (anche in somministrazione), la riduzione spetta per la durata di dodici mesi prolungabile fino a 18 mesi se il contratto viene trasformato a tempo indeterminato ovvero nel caso in cui la lavoratrice venga assunta direttamente a tempo indeterminato.
(Aggiornato a seguito della Legge di stabilità 2015)
Mettere d’accordo famiglia e lavoro: chi ci prova tutti i giorni sa quanto sia faticoso. Se poi ci si mette di mezzo la crisi… Puf! l’anno europeo della conciliazione scompare come d’incanto. Doveva essere il 2014. Poi la Commissione Ue ha fatto marcia indietro. Il problema è che conciliare costa. Quando per molti (troppi) il problema diventa avercelo il posto di lavoro, la conciliazione rischia di diventare démodé .
E invece no. È proprio con la crisi che tenere insieme famiglia e lavoro diventa più difficile. Perché quest’ultimo è più flessibile. Spesso sconfina nelle serate e nei fine settimana. Servirebbero asili nido, per cominciare. Ma anche maggiori detrazioni per colf e baby sitter. E così, forse, le coppie prenderebbero il coraggio a due mani e farebbero qualche figlio in più (oggi il tasso di natalità è fermo a 1,4 figli per donna).
Un welfare che fa i conti con i tagli alla spesa sociale e che valorizza il concorso di risorse private e familiari. E’ il “nuovo welfare territoriale”, che va diffondendosi in risposta al crescente divario fra bisogni sociali e risposte pubbliche nel nostro Paese. È una strada che si affianca e intercetta altri percorsi, come quelli attuati dalle imprese private attraverso gli interventi di welfare aziendale (il cosiddetto Secondo welfare) e quelli ormai consolidati delle famiglie, che hanno fatto ricorso a badanti e baby-sitter (il welfare “fai da te”).
Nella sezione riservata del sito sono state segnalate 2 nuove opportunità di finanziamento
Expo 2015 e Padiglione Italia promuovono il concorso finalizzato a individuare, premiare e promuovere progetti imprenditoriali provenienti dalle donne, pensati e destinati ad essere realizzati nell’ambito del territorio nazionale. Il concorso è rivoloto a a tutte le imprese femminili in via di costituzione o di nuova costituzione, cioè che non abbiano ancora conseguito ricavi alla data di presentazione della domanda di partecipazione, aventi la propria sede, legale o principale, in Italia.
