L’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) ha sviluppato un concetto di “lavoro dignitoso”, che comporta la promozione di opportunità per donne e uomini di ottenere un modo dignitoso e produttivo di lavorare, in condizioni di libertà, equità, sicurezza e dignità umana, al fine di diminuire le differenze che esistono tra le aspirazioni delle persone riguardo al loro lavoro e alla loro corrente situazione di lavoro. La guida riportata è stata progettata per fornire a lavoratori, datori di lavoro e governi informazioni pratiche per sviluppare orari di lavoro “bilanciati” che siano reciprocamente vantaggiosi per i dipendenti e per le imprese.
L’ILO ha identificato alcune dimensioni significative del lavoro dignitoso al fine di fornire le basi per un orario di lavoro equilibrato. Le cinque dimensioni si concentrano su: promozione della salute e della sicurezza; promozione della produttività e della sostenibilità delle imprese; fornire supporto alle famiglie e migliorare l’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata; promozione della parità di genere; offrire ai lavoratori un grado di scelta e influenza sulle loro ore di lavoro.
ll volume,offre un approfondimento di informazioni già diffuse dell’Istat, indaga i tempi di vita delle persone a partire da circa 70 indicatori proposti dell’Unece per illustrare in modo standardizzato e comparabile alcune dimensioni della vita sociale ed economica dei diversi Paesi. Nella prima parte, dedicata ai tempi di lavoro, per la prima volta viene stimato il valore economico del lavoro non retribuito prodotto in Italia e si analizzano le differenze di genere nei carichi di lavoro totale per i diversi modelli di organizzazione familiare presenti nel Paese. La seconda parte analizza il legame tra benessere e tempi di vita: la conciliazione tra le diverse dimensioni della vita e la sovrapposizione tra tempi diversi (multitasking); il tempo dedicato alla socialità e alle attività del tempo libero; i tempi legati ai diversi stili di vita e il loro impatto sulla salute (sonno, modalità di spostamento, attività sedentarie). Particolare rilievo viene dato alla comparazione internazionale, resa possibile dalla recente (aprile 2018) pubblicazione da parte di Eurostat delle tavole relative alla seconda edizione delle indagini armonizzate europee.
Letteratura teorica e principali correnti del pensiero economico hanno ampiamente sostenuto che un lavoro più flessibile risponde meglio alle esigenze di contenimento dei costi e di recupero di efficienza delle imprese. La flessibilizzazione del lavoro comporta però non solo la nascita di un dualismo di mercato tra lavoratori garantiti e non, ma ha anche possibili effetti depressivi sull’economia: l’incertezza del reddito percepito impatta sul livello della domanda aggregata, sia direttamente (per una minore propensione al consumo), sia attraverso una minore capacità di indebitamento. A 20 anni dell’avvio della lunga stagione di riforme che, in Europa e nel mondo,ha profondamente modificato la disciplina dei rapporti di lavoro, quali sono irisultati? L’occupazione è aumentata o diminuita? E la produttività? Qui una breve rassegna delle principali conclusioni cui sono giunti studiosi e grandi istituzioni internazionali come FMI, World Bank e OCSE.
Gender Community Network è il consolidamento e lo sviluppo di quanto realizzato sinergicamente in questi anni da IRS, nell’ambito di progetti promossi dal Servizio Lavoro della Provincia/Città Metropolitana di Bologna con il contributo del Fondo Sociale Europeo . Progetti finalizzati a sostenere e valorizzare la presenza delle donne nel mercato del lavoro favorendo la realizzazione di progetti per lo sviluppo della risorsa femminile nei contesti produttivi.
La ricerca svolta da Eurofoun in linea con la strategia europea Europa 2020, ha analizzato come e in che condizioni l’innovazione nell’organizzazione del lavoro porti risultati positivi sia per l’impresa che per i suoi lavoratori.
Il lavoro atipico e, più in particolare, il lavoro a tempo parziale è in aumento in tutto il mondo.Questa tendenza è stata particolarmente forte in Europa, dove la questione della diversa organizzazione dell’orario di lavoro è una parte importante del dibattito tra i policy makers e le parti sociali e uno strumento che l’Unione europea ha promosso per aumentare la flessibilità di lavoratori e datori di lavoro.
Il rapporto esamina i risultati di due indagini, condotte da Eurofound (ECS, effettuata nel 2009 e EWCS, effettuata nel 2005) concnetrandosi sugli effetti del lavoro a tempo parziale sulla carriera degli individui e su coloro che sono altamente qualificati o in posizioni dirigenziali.
La maggiore flessibilità del tempo di lavoro è un elemento importante della Strategia UE sull’Occupazione. Le aziende devono essere più flessibili per rispondere ai cambiamenti improvvisi della domanda di lavoro e adattarsi alle nuove tecnologie così da rimanere competitive. La flessibilità è inoltre richiesta dai dipendenti, soprattutto donne, che necessitano di flessibilità nell’orario di lavoro per far fronte ai problemi di conciliazione. Questo rapporto realizzato da FGB, EGGE nel 2009 per la Commissione Europea (Directorate General of Employment, Social Affairs and Equal Opportunities) fornisce una panoramica delle misure di flessibilità dell’orario di lavoro adottate nei 27 Paesi UE e i 3 Paesi SEE-EFTA, analizzate in ottica di genere.
Opinion on flexible and part-time working arrangements and the gender dimension of the labour market
Il parere è stato elaborato dall’ Advisory Committe on Equal Opportunities for women and men nel 2010.
Lo scopo del parere è quello di esaminare gli aspetti positivi e negativi del lavoro flessibile e del part-time con riferimento alla dimensione di genere e tenendo conto della varietà di situazioni a livello degli Stati europei. Il parere fornisce indicazioni su come ridurre gli svantaggi del lavoro a tempo parziale sia per dipendenti che per i datori di lavoro in un’ottica di flessicurezza e ne promuove un maggiore utilizzo a tutti i livelli.