Letteratura teorica e principali correnti del pensiero economico hanno ampiamente sostenuto che un lavoro più flessibile risponde meglio alle esigenze di contenimento dei costi e di recupero di efficienza delle imprese. La flessibilizzazione del lavoro comporta però non solo la nascita di un dualismo di mercato tra lavoratori garantiti e non, ma ha anche possibili effetti depressivi sull’economia: l’incertezza del reddito percepito impatta sul livello della domanda aggregata, sia direttamente (per una minore propensione al consumo), sia attraverso una minore capacità di indebitamento. A 20 anni dell’avvio della lunga stagione di riforme che, in Europa e nel mondo,ha profondamente modificato la disciplina dei rapporti di lavoro, quali sono irisultati? L’occupazione è aumentata o diminuita? E la produttività? Qui una breve rassegna delle principali conclusioni cui sono giunti studiosi e grandi istituzioni internazionali come FMI, World Bank e OCSE.
“Il paper illustra le caratteristiche del progetto MAAM individuandone gli elementi di innovatività e indaga il suo impatto, sulla popolazione maschile che partecipa al percorso, rispetto alla presa di coscienza di come si cambia diventando genitore, quali competenze si acquisiscono, quali sono le principali conseguenze della paternità nella gestione vitalavoro e cosa caratterizza il ruolo dei padri oggi. Il working paper si apre con un’analisi di contesto volta a presentare lo scenario e le criticità che caratterizzano la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro in Italia, anche dal punto di vista della paternità. Segue una breve descrizione della struttura di MAAM della tipologia di dati oggetto della ricerca e della metodologia di analisi utilizzata. Il lavoro presenta poi l’analisi quali-quantitativa dei dati raccolti attraverso la piattaforma e si chiude con delle brevi considerazioni conclusive.”
“La tutela della maternità è un principio fondamentale sancito dall’art.37 della Costituzione della Repubblica Italiana che recita: ‘’La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione”. Tuttavia, nonostante il principio sia stato stabilito sin dal 1948, la legislazione sulla materia sino all’inizio del terzo
millennio è stata condensata in pochissimi passaggi a notevole distanza temporale gli uni dagli altri e solo dal 2001 si è registrata una maggiore attività normativa.”
Sarà presentato a Roma, presso l’Auditorium dell’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp) in via Corso d’Italia n. 33 il “Gender Policy report 2018”, occasione per riflettere sul tema delle politiche di genere nel mercato del lavoro.
L’amministrazione comunale del capoluogo emiliano romagnolo da alcuni anni ha intrapreso un percorso innovativo che mette al centro il benessere del lavoratore. Il dibattito in merito alla diffusione del welfare aziendale nel settore pubblico è cresciuto molto negli ultimi anni. Per alimentare la discussione, di seguito vi raccontiamo l’innovativa esperienza avviata dal Comune di Bologna in materia di benessere organizzativo e cura della persona. Quando si parla di welfare aziendale nella Pubblica Amministrazione occorre sempre ricordarsi che allo stato attuale i margini di manovra sono molti limitati. Questo non solo, come si potrebbe immaginare, per mancanza di risorse economiche da poter investire sul welfare e sul benessere dei dipendenti pubblici, ma anche e soprattutto per la necessità di dover rispettare specifiche e rigide limitazioni normative e contrattuali.
Il progetto, che vede coinvolti il Comune di Tradate, l’ente capofila dell’Ufficio di Piano, il Gruppo Cooperativo CGM e 14 cooperative del territorio, si propone di integrare i servizi di welfare comunali, privati ed anche quelli aziendali. Il servizio che ha preso il via nel corso del 2018, sin dal principio ha avuto l’obiettivo di innovare le modalità di fornitura dei servizi comunali, anche attraverso l’utilizzo di internet e delle nuove tecnologie, allo scopo di rispondere in maniera sempre più efficace alle esigenze della cittadinanza. Esso prevede la creazione e l’implementazione di un portale digitale che consente di accedere facilmente ai servizi, rivolto a persone che sono restie a rivolgersi ai servizi sociali del proprio Comune. Vi sono inoltre delle figure professionali che seguono il processo e che sostengono i cittadini nella scelta degli interventi più adeguati ai loro bisogni sociali.
Management plurale. Diversità individuali e strategie organizzative di Maria Cristina Bombelli, 2010
Per anni il diversity management, la funzione aziendale che si occupa della conoscenza e della valorizzazione delle differenze delle persone all’interno delle organizzazioni, è stato un argomento da “addetti ai lavori”, ma oggi la situazione è cambiata. Nell’attuale mondo del lavoro, infatti, la diversità di genere, di cultura, di origine – è ormai riconosciuta come un valore, e va quindi gestita come un obiettivo concreto per il successo delle aziende. Tuttavia, molte imprese si dicono attente a questi temi solo a parole, con il rischio che il tutto si risolva solo in una moda o in facile retorica svincolata dalla realtà. In questo libro l’autrice, pioniera italiana del settore che ha seguito progetti di diversity management delle più significative aziende italiane e multinazionali, fa il punto sulla situazione attuale e sui dubbi che rimangono aperti, offrendo al lettore una serie di consigli per mettere in pratica la nuova cultura della pluralità e mettendo in guardia dai pericoli e dagli errori.
“La riflessione sulle diversità – di genere, di abilità, di provenienza, di orientamento sessuale o religioso – è, in Italia, un fenomeno piuttosto recente. Qualsiasi organizzazione, oggi, deve necessariamente confrontarsi con il tema del diversity management e con le sfide che una prospettiva inclusiva comporta. Il ruolo di Diversity manager, soprattutto in aziende di grandi dimensioni, sta assumendo importanza cruciale, sia in termini strategici, sia rispetto alla costruzione di prassi manageriali che andrebbero consolidate ed estese anche a realtà più piccole che, di fatto, costituiscono il tessuto economico e imprenditoriale italiano.”
Sostegno al reddito, prestazioni sanitarie, cura dei figli e dei genitori: i servizi offerti ai lavoratori sono inConfindustria conferma: ormai la metà delle sue aziende eroga uno o più servizi ai propro dipendenti aumento e sempre più diversificati. Ma la metà degli accordi riguarda le imprese con meno di 50 dipendenti. E il rischio è che molti restino esclusi. . Secondo i dati del ministero del Lavoro aggiornati a novembre 2018, i contratti di questo tipo sono cresciuti del 61% rispetto all’anno precedente, ma quello dell’integrazione del welfare “classico” con il welfare aziendale e contrattuale rimane un tema da affrontare.
La legge del 28 giugno 2012, n. 92, ha introdotto in via sperimentale per il triennio 2013-2015 la possibilità per la madre lavoratrice di richiedere, al termine del congedo di maternità ed entro gli 11 mesi successivi, in alternativa al congedo parentale, voucher per l’acquisto di servizi di baby sitting oppure un contributo per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati, per un massimo di sei mesi.
