In un contesto che cambia è necessario vincere le resistenze al cambiamento, superare vecchi stereotipi e, soprattutto, comprendere il valore della diversità, evitando ogni forma di discriminazione. Questa è la sfida che una realtà bancaria – il Gruppo Cariparma Crédit Agricole – ha scelto di affrontare, dimostrando di credere nell’investimento sulle strategie di gender come qualificazione del profilo aziendale e come strumento capace di generare innovazione. L’espressione più autentica di tale investimento – che è insieme culturale, sociale, economico e professionale – è data dalla realizzazione del progetto “Artemisia”, frutto di formazione e di ricerca condotto con la collaborazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Come documentano queste pagine, si tratta di un progetto che ha prodotto un’analisi quantitativa della situazione del personale in un’ottica di gender, ha esplorato il contesto (bancario e non) a livello nazionale e internazionale, ha attivato dei focus group tra i dipendenti, fino a delineare proposte fattibili e favorevoli al bilanciamento dei ruoli di genere.
La missione del rapporto è quella di analizzare gli sviluppi circa il primo rapporto annule sulle diversità, pubblicato da Google nel 2014. La ricerca mostra i progressi verso una forza lavoro più rappresentativa, in cui la diversità, l’equità e l’inclusione diventano imperativi aziendali da raggiunngere al fine di migliorare i risultati per i propri dipendenti, per i prodotti realizzati e per gli utenti. L’obiettivo del rappoto è quello di definire una serie di elementi volti ad aumentare la rappresentanza della forza lavoro e per crearne di più inclusivi…
Aumento dei ricavi fino al 16,7% in più per i brand che investono in Diversity&Inclusion. Il Diversity Brand Summit premia Coca-Cola come azienda più inclusiva per il mercato. Nella Top 5 anche American Express, Google, TIM e Vodafone. Riconoscimento assegnato oggi a Milano durante il Diversity Brand Summit, primo evento europeo che mette in relazione diversity e business, ideato dall’associazione Diversity e dalla società di consulenza Focus Management. La diversity è una risorsa preziosa e irrinunciabile che genera valore a livello sociale e aziendale con un aumento dei ricavi fino al +16,7% per tutte quelle aziende che vengono percepite da consumatrici e consumatori come maggiormente inclusive.
Il Diversity Management, ossia la gestione e valorizzazione delle diversità negli ambienti di lavoro, ha ormai trent’anni. Nato negli Stati Uniti e poi diffusosi nel mondo grazie anche alla presenza locale delle multinazionali, ha raggiunto in Europa tassi di adozione importanti; già nel 2005 il 48% delle imprese dichiarava di applicare politiche a tutela di determinate fasce di collaboratori. Percentuali in ulteriore crescita anche grazie alle direttive dell’Unione europea (UE) a tutela della parità di trattamento sul luogo di lavoro. La recente tavola rotonda tenutasi in Bocconi dal titolo “Il meglio della diversità: pratiche e performance” è stata l’occasione per fare il punto sullo stato di adozione del Diversity Management in Italia.
L’Italia è uno dei paesi in cui le donne partecipano meno allo sviluppo di innovazioni. Si tratta di uno spreco di capitale creativo. Dall’istruzione all’impresa, la promozione delle pari opportunità potrebbe dare benefici anche alla politica industriale. L’Italia è uno dei paesi in cui le donne partecipano meno allo sviluppo di innovazioni. Si tratta di uno spreco di capitale creativo. Dall’istruzione all’impresa, la promozione delle pari opportunità potrebbe dare benefici anche alla politica industriale. La recente rivalutazione della politica industriale passa attraverso il ruolo fondamentale dell’innovazione. Attraverso il ricorso a politiche pubbliche cosiddette mission-oriented innovation, la politica è in grado di catalizzare le capacità più innovative del sistema economico per risolvere rilevanti problemi sociali e, al contempo, riavviare la crescita.
La scarsa rappresentanza delle donne nelle posizioni decisionali è uno degli elementi più evidenti dei divari di genere nel mercato del lavoro ed è comune a tutti i paesi europei, a differenza della scarsa occupazione femminile, che caratterizza soprattutto alcuni Paesi, Italia in primis. L’esperienza europea dell’ultimo decennio mostra che l’introduzione di quote di genere è la misura più efficace per migliorare la rappresentanza femminile: difficile pensare a progressi sostanziali nella presenza femminile ai vertici in paesi senza quote.
Edenred, società leader nel settore dei buoni pasto e provider di welfare aziendale, ha scelto di premiare alcune imprese italiane che si sono contraddistinte per i loro progetti di welfare aziendale e conciliazione vita-lavoro. A questo scopo il prossimo 30 maggio, presso i locali della Triennale di Milano, si terrà “Welfare Revolution”, edizione 2019 degli Edenred Awards. La serata sarà presentata da Katia Follesa, conduttrice e attrice, mentre l’ospite di eccezione sarà l’ex calciatore e capitano dell’Inter Javier Zanetti. Nel corso della serata saranno premiate cinque realtà che nel corso degli ultimi anni hanno investito molto nel welfare aziendale, riuscendo a realizzare piani particolarmente efficaci e innovativi. Nella giuria di esperti chiamata a valutare e premiare le aziende ci sarà tra gli altri anche il nostro ricercatore Valentino Santoni.
“In Ikea – racconta l’amministratore delegato Belén Frau – l’attenzione è alla persona, non al genere, e siamo orgogliosi di tutelare tutte le diversità: mettere insieme persone diverse crea valore e fa emergere il talento di ciascuno”. Da questa importante dichiarazione prende spunto questa intervista esclusiva in cui la numero uno del colosso svedese in Italia ci spiega in cosa consiste il diversity management e quali/quanti benefici apporta.
Sintesi del Gender policies report 2018 che ha l’obiettivo di fornire un quadro descrittivo e analitico (non di carattere congiunturale, ma strutturale) della configurazione del mercato del lavoro femminile in Italia e dell’adozione di policies aventi effetto diretto o indiretto in chiave di genere.
La possibilità per le imprese di ottenere un vantaggio competitivo attraverso la valorizzazione delle diversità individuali si sta concretizzando, anche nel contesto europeo e italiano, nella definizione di una nuova strategia di gestione delle risorse umane, meglio nota come diversity management (Dm). In Europa però, la logica americana del business case si è tradotta nella definizione di Carte della diversità volte a costruire, a livello istituzionale, un comune framework di riferimento per le politiche di diversità, ma anche di inclusione e lotta alle disuguaglianze.