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Gender Community

Il progetto “Insieme” di Unicredit Group

By Contrasto alla discriminazione e alla violenza

Unicredit Group ha previsto a partire dal 1° marzo 2019 la concessione di congedi rivolti alle colleghe vittime di violenza di genere, in seguito alla stipula dell’Accordo del 13 aprile 2018 n.13, siglato con le Delegazioni dei Gruppi delle Organizzazioni Sindacali. Le lavoratrici vittime di violenza di genere inserite nei percorsi certificati dai servizi sociali del Comune di appartenenza, dai Centri antiviolenza o dalle Case Rifugio possono avvalersi di un congedo finanziato da Unicredit per un periodo massimo di 4 mesi, un mese aggiuntivo rispetto alla normativa vigente sulla violenza di genere (Decreto-legge del 14 agosto 2013, n.93).  

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Incredible?Girls for the future di YOOX NET-A-PORTER

By Pari Opportunità ed equilibrio di genere

YOOX NET-A-PORTER GROUP ha lanciato il concorso “Incredible?Girls of the Future”, alla ricerca di future donne imprenditrici nel settore della moda.??Il concorso, scaduto il primo luglio 2019, invita le giovani donne tra i 16 ed i 25 anni provenienti da tutto il mondo a presentare un’idea per una app innovativa di moda volta a creare un cambiamento sostenibile. Tutti i progetti candidati devono sfidare le convenzioni ed essere fonte di impatto positivo nel settore e nel mondo.?? 

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Nuvole Rosa, il progetto di Microsoft

By Pari Opportunità ed equilibrio di genere

Nuvola Rosa è un progetto di?Microsoft nato nel 2013 in collaborazione della?Fondazione Mondo Digitale e GrowItUp per avvicinare le giovani donne italiane alle carriere STEMattraverso corsi di formazione gratuitiIl nuovo programma è stato avviato a marzo 2017 ed è durato fino a dicembre dello stesso anno, prevedendo il coinvolgimento di 2000 donne. Nel 2017 Nuvole Rosa si è arricchito di un nuovo partner strategico,?The Adecco Group, con l’obiettivo di aiutare le studentesse a valorizzare il proprio talento nell’ottica di una futura carriera professionale, offrendo loro una formazione in linea con i trend del mercato e con la rivoluzione digitale in atto 

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Solo metà delle madri laureate lavora full time (Il Sole 24 Ore, 15 giugno 2019)

By news

“Oggi la donna è indipendente, lavora, e per questo non fa più figli”. Falso, oltre che offensivo. Una nota di Istat resa nota in questi giorni mostra che in dieci anni la quota di coppie (con o senza figli, dove lei ha fra i 25 e i 64 anni) dove entrambe le persone lavorano è passata dal 40% al 44% del totale. Una crescita insignificante, addirittura nulla al sud, dove il 26% delle donne in coppia ha un lavoro, anche se non è detto che questo basti comunque per essere indipendente. Non che altrove le cose vadano molto meglio: oggi è occupato il 55% delle donne in coppia al nord e il 50% di quelle che vivono nel centro Italia.  L’incidenza e? ancora piu? bassa in quelle, specie nel Mezzogiorno, in cui la donna ha conseguito un titolo di studio basso e nelle coppie con due o piu? figli.

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Solo metà delle madri laureate lavora full time (Il Sole 24 Ore, 15 giugno 2019)

By Occupazione femminile e condizioni di lavoro

“Oggi la donna è indipendente, lavora, e per questo non fa più figli”. Falso, oltre che offensivo. Una nota di Istat resa nota in questi giorni mostra che in dieci anni la quota di coppie (con o senza figli, dove lei ha fra i 25 e i 64 anni) dove entrambe le persone lavorano è passata dal 40% al 44% del totale. Una crescita insignificante, addirittura nulla al sud, dove il 26% delle donne in coppia ha un lavoro, anche se non è detto che questo basti comunque per essere indipendente. Non che altrove le cose vadano molto meglio: oggi è occupato il 55% delle donne in coppia al nord e il 50% di quelle che vivono nel centro Italia. L’incidenza e? ancora piu? bassa in quelle, specie nel Mezzogiorno, in cui la donna ha conseguito un titolo di studio basso e nelle coppie con due o piu? figli.

 

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XI Commissione (Lavoro pubblico e privato) della Camera dei deputati Audizione informale di rappresentanti del CNEL – “Modifiche all’art. 46 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna”

By Occupazione femminile e condizioni di lavoro

È noto come le donne, in Italia, siano più numerose degli uomini e abbiano una aspettativa di vita più lunga: 85,3 anni di speranza di vita alla nascita, contro gli 81 anni per gli uomini (ISTAT, dato di febbraio 2020). È parimenti noto come, malgrado i grandi progressi che hanno affrancato le donne da condizioni di vita ormai lontane, in materia di lavoro e di partecipazione alla vita produttiva, esista ancora, rispetto agli uomini, una disuguaglianza che è misurabile sul piano quantitativo, e che investe variabili culturali che richiedono interventi mirati dall’effetto dispiegabile sul medio e lungo periodo.Il problema non è solo italiano, poiché la disuguaglianza di genere esiste e persiste sul mercato globale del lavoro, dove i progressi fatti dalle donne negli ultimi decenni in termini di istruzione e formazione non si sono tradotti in altrettanto notevoli miglioramenti sul mercato del lavoro.

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Data scientist, solo il 15% è donna: così l’AI è a rischio pregiudizi (di Patrizia Licata, corrierecomunicazioni.it, 05 marzo 2020)

By Gestione e valorizzazione della risorsa femminile in azienda

ll data scientist non è un lavoro per donne. Poco pratico, adatto ai nerd dei computer, estremamente competitivo. Lo dicono le donne stesse: 81 su 100 definiscono questa professione come troppo competitiva e il 48% la ritiene di scarso impatto sulla società. Non stupisce che su 55 ragazze iscritte all’università, 35 sceglie un indirizzo scientifico-informatico (materie Stem), 25 lavora effettivamente nel settore scientifico attinente al titolo di laurea, e solo 15 diventa una data scientist. È quanto emerge dal nuovo studio di Boston Consuting Group (Bcg). “What’s Keeping Women Out of Data Science” realizzato su un campione di 9.000 studenti e neo-laureati, under-35, di 10 paesi (Australia, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Giappone, Spagna, Stati Uniti, Regno Unito).

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Il welfare aziendale nel mondo dell’imprenditoria sociale: il caso del Gruppo COLSER-Auroradomus (di Valentino Santoni, Percorsi di Secondo Welfare, 30 gennaio 2020)

By Welfare aziendale e conciliazione

Come spesso vi abbiamo raccontato, il mondo della cooperazione e, più in generale, quello dell’imprenditoria sociale sembra aprirsi sempre di più al welfare aziendale. Sono infatti molte le cooperative che, allo scopo di investire in politiche innovative per i propri collaboratori, decidono di avviare progetti complessi, talvolta aperti anche al territorio. Come alcuni hanno sottolineato – ad esempio Franca Maino, Valentino Santoni e Elena Barazzetta nel volume “Pubblico, territoriale, aziendale. Il welfare del gruppo cooperativo CGM” oppure Pavolini in “Welfare aziendale e conciliazione. Proposte e esperienze dal mondo cooperativo” – vi sarebbero alcune qualità di questi soggetti che facilitano la sperimentazione di misure di welfare rivolte a soci e lavoratori.

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In Italia 1 lavoratore dipendente su 3 è un caregiver: il welfare aziendale può essere una risorsa? (di Valentino Santoni, Percorsi di Secondo Welfare, 31 gennaio 2020)

By Welfare aziendale e conciliazione

Come recentemente emerso da un’indagine realizzata dall’Istat sui temi della conciliazione vita-lavoro (di cui vi abbiamo parlato qui), quasi 13 milioni di nostri connazionali tra i 18 e i 64 anni devono gestire responsabilità di cura legate ai bisogni di familiari non autosufficienti e alla dimensione della genitorialità. I cambiamenti del contesto socio-demografico del nostro Paese stanno producendo un impatto rilevante sui bisogni sociali degli italiani e su tutte le questioni ad essi connesse. Ciò è evidente in modo particolare se si osserva da vicino la condizione dei lavoratori italiani, i quali – oltre alle esigenze legate al lavoro – si trovano spesso schiacciati tra i carichi di cura connessi ai propri figli e quelli riguardanti i familiari anziani.

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Conciliazione tra lavoro e famiglia (Istat, 2018)

By Maternità e Paternità

L’Istat presenta i principali risultati di un approfondimento tematico sulla Conciliazione tra lavoro e famiglia, realizzato sulla base dei dati del modulo ad hoc europeo “Reconciliation between work and family life” inserito nella Rilevazione sulle forze di Lavoro nel 2018. Nel 2018, sono complessivamente 12 milioni 746 mila le persone tra i 18 e i 64 anni (34,6%) che si prendono cura dei figli minori di 15 anni o di parenti malati, disabili o anziani. Tra gli occupati, quasi il 40% dei 18-64enni svolge attività di cura. Essere impegnati in un’attività lavorativa e allo stesso tempo doversi occupare di figli piccoli o parenti non autosufficienti comporta una modulazione dei tempi da dedicare al lavoro e alla famiglia che può riflettersi sulla partecipazione degli individui al mercato del lavoro, soprattutto delle donne, le quali hanno un maggiore carico di tali responsabilità.

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