Il Gender Equality Index 2020 è un indicatore composito che misura il concetto complesso di uguaglianza di genere che aiuta a monitorare i progressi e le battute di arresto uno strumento di misurazione nato per monitorare i progressi e battute di arresto in tutta Europa e supporta i responsabili politici nella progettazione di misure di parità di genere più efficaci. Il punteggio del nostro Paese è aumentato di 10,2 punti dal 2010, ma è ancora inferiore di 4,4 punti rispetto alla media degli altri Paesi Membri.
Grazie alla piattaforma Zoom, diventata la nostra nuova location virtuale, siamo pronte per il quarto collegamento della maratona progettuale ideata, promossa e organizzata da CDS Cultura e Centro Donna Giustizia – in collaborazione con UDI e CGIL, CISL e UIL, patrocinata da ASviS, Comune e Provincia di Ferrara e Regione Emilia Romagna – in occasione della ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Alla presenza di Cinzia Bracci e Paola Castagnotto, Presidenti rispettivamente di CDS Cultura e Centro Donna Giustizia, sono collegate oggi le relatrici Luisa Rosti, economista, e Alessandra Pescarolo, storica. Chi scrive, nel ruolo di coordinatrice del tavolo, ha compito facile nell’illustrare il progetto nella sua complessità, perché ormai frequentemente ripetuto nelle numerose occasioni precedenti, ma che è necessario riprendere e ricordare per favorirne un miglior approccio all’inquadramento generale. Infatti, come è stato già ampiamente illustrato nelle aperture agli eventi precedenti, le due associazioni, CDS e Centro Donna Giustizia, si sono unite in una sinergia d’intenti per focalizzare la propria specifica competenza su un aspetto mirato della violenza, quella economica: il Cds Cultura contando sulla propria specificità di associazione a vocazione prevalentemente socio-economica, e il Centro Donna Giustizia, di Centro Antiviolenza specializzato nel contrasto alle violenze sulle donne.
Si terrà il 26 novembre dalle 17.00 alle 18.30 in modalità online l’incontro STEM OGGI, LEADER DOMANI organizzato da Officina Futuro Fondazione Maw e Girls Code It Better. Pensare la tecnologia significa pensare il mondo, sarà fantastico se a crearlo ci saranno anche le ragazze. Girls Code It Better da sette anni coinvolge le studentesse di tutta Italia favorendo la scoperta di strumenti e conoscenze in ambito tecnico e creando occasioni per esercitare la creatività nella risoluzione di problemi concreti attraverso il lavoro in gruppo.

Peccato che i report scritti a conclusione degli incontri che si stanno svolgendo nel ricco programma di eventi proposti da CDS Cultura e CDG-Centro Donna Giustizia, non possano esprimere esaurientemente l’energia progettuale e la ricchezza di saperi che si colgono nelle conversazioni, nei dibattiti e nelle interlocuzioni, che, nelle varie dirette pubblicate nella pagina facebook di CDS Cultura, le nostre ospiti esprimono dal vivo con l’eccellenza delle specifiche competenze, pur nella difficoltà dei collegamenti on line! Il resoconto che segue quindi, vuole costituire un modo per appuntare le tante sollecitazioni colte, senza l’ambizione della completezza del tanto emerso e senza, ovviamente, il calore e il colore delle esposizioni. Parliamo dell’evento di venerdì 20 novembre, con la presentazione del libro “Violate” di Graziella Priulla, in vivace conversazione con Paola Castagnotto, Presidente del Centro Donna Giustizia (disponibile sulla pagina Facebook e su YouTube).
In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, CUBO, museo d’Impresa del Gruppo Unipol, e Iniziative di Welfare, in collaborazione con Irs – Istituto per la Ricerca Sociale propongono una riflessione su questo tema. Come la scuola può contribuire a educare le giovani e i giovani al rispetto delle differenze e a contrastare la violenza di genere in tutte le sue forme. Rivolto a docenti e formatori in area Education.

La vocazione economica che caratterizza il CDS Cultura e che ne ha fatto, nel panorama associativo locale, un punto di riferimento in termini di competenza e credibilità, quest’anno si è posta al servizio di un approfondimento e di una riflessione che parte dall’economia per toccare i temi della violenza economica. L’occasione è offerta dalla partecipazione alle celebrazioni della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che il CDS celebra in occasione della presentazione della brochure dedicata al “Goal 5 = Parità di genere”, quale integrazione dell’Annuario Socio Economico 2020 declinato sui temi dello Sviluppo Sostenibile, secondo l’Agenda 2030 dell’ONU.
Mercoledì 11 novembre prenderà il via ‘Il lavoro che funziona’, un progetto composto da una serie di 10 talk esclusivi volti a scoprire come le grandi realtà aziendali intendono il lavoro. Quattro professionisti del benessere intervisteranno ogni venti giorni manager di grandi organizzazioni, i quali avranno l’occasione di presentare la propria esperienza professionale e le relative scelte di vita.

Ci eravamo un po’ illusi: dopo la scalata all’inizio dell’anno di Christine Lagarde approdata alla guida della Bce orfana di Mario Draghi, pensavamo che anche i vertici delle banche italiane cominciassero ad adeguarsi dando molto più spazio alle donne manager come sta succedendo in altri Paesi (è il caso della stessa Russia dove governatrice della Banca centrale è Elvira Nabiullina). Ma, per il momento, la “valanga rosa” non c’è ancora stata perché, secondo gli ultimi rilevamenti del sindacato dei lavoratori del credito Uil, su 330 banche il “top management” femminile raggiunge solo “quota 28”, appena il 4,2% di tutte le posizioni di comando, 660 in tutto. Una evidente sproporzione, tenendo pure conto che, complessivamente, la forza-lavoro femminile nel mondo bancario italiano si è moltiplicata negli ultimi vent’anni arrivando quasi a pareggiare il numero degli uomini.
Post 2014, anno europeo dedicato al work-life balance (ne abbiamo parlato qui), l’Europa e gli stati membri hanno cominciato a dare vita a progetti di riforma, operando un generale investimento sul piano economico-sociale in una prospettiva di maggiore integrazione di genere nel mercato del lavoro. In quest’ottica lo scorso aprile la Commissione UE ha approvato una direttiva proprio per rafforzare le politiche di conciliazione vita-lavoro e, in particolare, i congedi e le azioni legate alla flessibilità lavorativa.
Tuttavia, nonostante gli sforzi e una diffusa ripresa economica, il gender gap a livello di work-life balance è ancora importante, piuttosto precario e sbilanciato a discapito della componente femminile. Ciò, come spesso sottolineato, è in parte dovuto alla persistenza di stereotipi di genere e al difficile superamento del modello del “male-breadwinner”.
La crisi pandemica ha esacerbato due fragilità del nostro paese. In primo luogo, è diventato ancora più evidente quanto la disuguaglianza di genere sia un fenomeno radicato: in Italia, le donne faticano a conciliare vita privata e professionale a causa della mancanza di misure di sostegno alla famiglia (asili nido e doposcuola), tanto che, come mostra il grafico 1, il 38 per cento di loro si appoggia a familiari e amici. D’altra parte, una potenziale soluzione alla problematica – il welfare aziendale – non è sviluppato appieno dalle imprese.
