Il workshop si pone tre finalità strettamente correlate: approfondire il tema del rapporto tra Aziende (Rete di Aziende Gender Community) e Istituzioni (Provincia e Comune di Bologna, in primis, ma già in una logica metropolitana); condividere un primo quadro per il consolidamento e l’attività futura della Rete Gender Community; porre le basi per presentare nell’evento finale del progetto (18 Giugno 2014) sia l’impegno per un modello condiviso di welfare aziendale tra la Rete Gender Community e le Istituzioni, sia il consolidamento e le attività future della Rete.
Il lavoro agile serve alle donne (e agli uomini) che vogliono conciliare famiglia e lavoro. In realtà non è solo questo. Il lavoro agile – o smartwork, come lo chiamano gli inglesi, per intenderci la possibilità dei dipendenti di lavorare da casa uno o due giorni la settimana – serve anche a chi vuole fare carriera. O, meglio ancora, a chi vuole tutto: sia i figli, sia le soddisfazioni sul lavoro.
Si tratta di una dichiarazione di intenti improntata alla tutela delle P.O di genere e alla diversità, sottoscritta volontariamente da imprese di tutte le dimensioni, per la diffusione di una cultura aziendale e di politiche delle risorse umane inclusive e capaci di valorizzare i talenti in tutta la loro diversità.
L’idea di una Carta è stata lanciata nel gennaio 2004 in un rapporto pubblicato dall’Institut Montaigne “Le pari opportunità Forgotten”, co-scritta da Sabeg e Laurence MEHAIGNERIE con la partecipazione di alcune grandi imprese. I primi firmatari sono stati 33 grandi imprese e PMI.
La Carta per le Pari Opportunità e l’Uguaglianza sul Lavoro, lanciata in Italia il 5 ottobre 2009 sulla scia del successo delle omologhe iniziative realizzate in Francia e in Germania, è una dichiarazione di intenti, sottoscritta volontariamente da imprese di tutte le dimensioni, per la diffusione di una cultura aziendale e di politiche delle risorse umane inclusive, libere da discriminazioni e pregiudizi, capaci di valorizzare i talenti in tutta la loro diversità. Il documento non contiene prescrizioni dettagliate ma pochi e chiari impegni programmatici basati su principi e efficaci programmi di cambiamento già sperimentati con successo in questo campo.
Si tratta di un intervento che consente al/la lavoratore/trice di usufruire di un orario flessibile in ingresso e in uscita.
Questo tipo di intervento, già attuato da diverse aziende, consente di migliorare la conciliazione dei tempi dedicati alla cura della famiglia (ad es. l’accompagnare i figli a scuola) e tempi di lavoro. Nella fattispecie, i lavoratori/trici che hanno l’esigenza di uscire prima da lavoro per accudire ad esempio i propri figli possono entrare al mattino prima dell’orario “normale” di ingresso per anticipare al pomeriggio l’uscita, senza essere costretti a prendere permessi o ad assentarsi.
Il servizio fornisce senza costi, alle proprie dipendenti madri, un servizio di stireria settimanale. L’azienda ha calcolato il numero di ore che in media una persona con famiglia dedica allo stiro durante la settimana, ed è giunta ad offrire 3 ore gratuite di stiro settimanale da parte di uno staff professionale.
L’azienda ha allestito nel 2003 un asilo nido con integrato servizio di centro estivo (servizi in parte comunali e interaziendali) che opera nel mese di chiusura dell’asilo (luglio). L’asilo nido sorge ad 1 km circa dallo stabilimento. Offre orari flessibili (7:30-17:30) e una buona copertura durante l’intero anno (11 mesi su 12). Può ospitare un massimo di 48 bambini di età compresa fra 0-3 anni. 36 posti sono riservati ai figli dei dipendenti e 12 posti al Comune. In risposta ai bisogni dei lavoratori, l’azienda ha organizzato (solo una volta nel 2010) centri estivi per attività ricreative a favore dei figli dei dipendenti. Le attività di intrattenimento sono state organizzate all’interno di una fattoria didattica e di un’oasi del WWF, per sensibilizzare i bambini alla bellezza della natura e al rispetto dell’ambiente.
Fornire una definizione esauriente di “welfare aziendale” è esercizio tutt’altro che scontato, date le diverse connotazioni che questa espressione può assumere a seconda dei contesti in cui viene impiegata. In linea generale, la nozione di welfare aziendale identifica una serie di servizi e prestazioni messi a disposizione dal datore di lavoro a favore dei propri dipendenti, al fine di aumentarne il benessere e (possibilmente) la produttività. Esempi classici di welfare aziendale sono asili nido e borse di studio per i figli dei dipendenti, copertura totale o parziale delle spese sanitarie, ma anche orari più flessibili, auto aziendale, prestiti agevolati e così via.
Il workshop, rivolto alle aziende della Gender Community, prevede la testimonianza di alcune aziende non locali su progetti e servizi relativi al tema della cura dei minori e uno scambio di pratiche tra tutti i partecipanti.